Cayce, la Cina e il Cristianesimo
Cayce era ottimista e chiaroveggente, ma non sono sicuro che fosse
ottimista per quello che vedeva in trance, o perché scelse “per natura” di vedere “il
bicchiere mezzo pieno”. La lettura 3976-29 potrebbe dissuadere anche il critico più
ricalcitrante del fenomeno Cayce dal considerarlo un approvvigionatore valido
dell’informazione sullo sviluppo del Cristianesimo Cinese. Nel 1944 questa lettura
deve essere sembrata strana, falsa e bizzarra. A posteriori sappiamo ora che il
bicchiere è mezzo pieno quando si tratta dello sviluppo di quella profezia.
Per esempio, considerate questo: David Aikman, l’ex capo ufficio della
rivista Time a Pechino, pubblicò un testo specificando dettagli sulla crescita
significativa del cristianesimo in Cina (“Gesù a Pechino”). Questo sviluppo
imprevisto , almeno per chi è al di fuori dei circoli di Cayce, ha mandato il Partito
Comunista Cinese (PCC) ufficialmente ateista in una raffica di arresti, oppressioni e
panico. A tali difficoltà politiche per il PCC si aggiunge il fatto che il titolo di
membro cristiano viene in gran parte consegnato alle élite nelle quali il PCC ha
disperatamente bisogno di continuare la sua crescita economica a due cifre. Con
oltre 200 000 cittadini che si convertono ogni anno al cristianesimo e oltre 70 milioni
di membri cristiani sembrerebbe che il paese sia “a rischio” di una conversione di
massa (www.Wikipedia.org)
Tuttavia la componente più affascinante di questo evento spirituale
impetuoso si può trovare nella giustificazione quasi cayceana offerta dai cinesi
stessi - l’approccio più efficace nel quale lottare per un ideale. I cinesi convertiti,
che io conosco bene, spesso argomentano che la natura ciclica di Buddismo e
Taoismo si realizza perché annunciata, in quanto la Cina ha dominato il mondo e
alternamente è stata dominata. Spesso questi convertiti cristiani cinesi
argomentano che un movimento diretto verso la Fonte è una strategia più efficace.
Aikman cita così il caso in un’intervista sul National Review:
“Ma un altro fattore è stato un approccio di larghe vedute da molti
intellettuali cinesi a tale fenomeno come la supremazia storica notevole della civiltà
occidentale in tutto il mondo. Come ha potuto succedere questo? Quali sono stati i
principi chiave della civiltà occidentale che, ripetutamente, hanno reso possibile di
correggere se stessa piuttosto che immergersi in un declino ciclico e infine
permanente? Molti hanno concluso che sono stati l’etica cristiana e il dinamismo di
una fede basata su una speranza profonda nel futuro e sulla credenza che la storia
non fosse ciclica, come proclamavano il Buddismo e persino in Confucianesimo,
bensì lineare, e con una meta finale specifica. (2003) “
In aggiunta a questa collezione crescente di prove per l’esuberanza del
cristianesimo in Cina, David Lyle Jeffery, il rettore della Baylor University e
Professore Distinto delle Arti e Discipline Classiche, fa rilevare che “attualmente ha
luogo una trasformazione che potrebbe trasformare la Cina nello stato-nazione più
potente del mondo” (Christianity Today International) - una strana svolta degli
eventi.
Cayce sarebbe felicissimo. Non solo la sua profezia ha cominciato a
svilupparsi, ma sta anche fiorendo esattamente in congiunzione con altri
componenti della sua filosofia spirituale. La Cina sta davvero diventando la “culla
del cristianesimo”.